Perché Trump sta facendo crollare il mercato?
Potrebbe non essere una brutta notizia
Gli indici crollano, i titoli tecnologici oscillano come una giostra impazzita, e intanto Trump continua con il suo teatrino dei dazi.
Ma fermiamoci un attimo: c’era da aspettarselo.
E, soprattutto, è davvero un disastro?
Come siamo arrivati fin qui?
Per capire l’attuale situazione di mercato, facciamo un breve recap.
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno accumulato un debito pubblico enorme, con una spesa governativa fuori controllo e un’economia che si è basata troppo sugli stimoli monetari post-pandemia.
La Federal Reserve, per contrastare l’inflazione galoppante, ha alzato i tassi di interesse, rendendo il denaro più costoso e rallentando la crescita economica.
A questo si aggiunge l’aggressiva politica commerciale di Trump, che ha reso il contesto ancora più instabile. I suoi dazi su prodotti cinesi e di altri paesi, alternati a dichiarazioni contraddittorie e cambi di strategia, hanno aumentato l’incertezza nei mercati, facendo tremare gli investitori.
E ora? La sua strategia sembra avere un obiettivo preciso.
Il gioco dei titoli di Stato
Un’interessante tesi sostenuta da alcuni ritiene che questa instabilità sia una mossa strategica per spingere gli investitori a rifugiarsi nei titoli di Stato americani.
E, guarda caso, è proprio quello che sta succedendo.
Quando gli investitori percepiscono rischio nei mercati azionari, si spostano verso asset più sicuri, come i Treasury Bonds.
Questo spostamento di capitali porta a un abbassamento dei rendimenti obbligazionari e, di conseguenza, dei tassi di interesse.
Per il governo degli Stati Uniti, questo si traduce in una riduzione del costo del debito.
Pensateci: ad oggi, il 30% della spesa pubblica americana è destinata al pagamento degli interessi sul debito.
Lascio il link per approfondire questo punto.
Un abbassamento dei tassi significa un alleggerimento di questo fardello e più spazio di manovra economica.
Dazi e PIL: la strategia dietro il caos
Parliamo ora dei famosi dazi, odiati da Wall Street ma che, a ben vedere, hanno una logica economica precisa. Trump li usa come leva per convincere le aziende a produrre negli Stati Uniti, aumentando i posti di lavoro e spingendo il PIL.
A livello globale, la guerra commerciale ha un impatto particolare su un settore spesso trascurato: l’agricoltura.
Con meno esportazioni, gli agricoltori americani devono vendere di più sul mercato interno.
Risultato? Maggiore offerta di prodotti alimentari e un abbassamento dei prezzi al supermercato.
Ad esempio, negli ultimi mesi il prezzo delle uova negli Stati Uniti è sceso, in parte grazie alla maggiore disponibilità interna di prodotti agricoli.
Non è magia, è una semplice legge di domanda e offerta: se il mercato interno ha più prodotti disponibili, i prezzi scendono.
Volatilità e costi della vita
Tutto questo continuo tira e molla con i dazi crea una volatilità estrema nei mercati azionari.
Ma, ironia della sorte, porta anche a un effetto benefico: con il denaro che si sposta verso investimenti più sicuri come i titoli di Stato, i tassi d’interesse calano.
In poche parole, questa politica economica apparentemente caotica sta avendo effetti concreti: meno costi per il governo, più produzione interna e un calo dei prezzi su alcuni beni di consumo.
Gli ultimi dati sull’inflazione negli USA confermano proprio questa tendenza.
Certo, l’instabilità non è un bene per gli investitori a breve termine, ma sul lungo periodo potrebbe essere una mossa astuta.
E in Italia? Quando si abbasseranno i prezzi?
Scrivimi la tua dove vuoi: qui sotto o tramite Instagram o Tik Tok.
Alla prossima,
Michael